Omero e l'isola d'Ischia

Agli inizi del Novecento, un saggio di Philippe Champault, tanto ingegnoso nell’analisi quanto forzato nella prospettiva, apre una finestra imprevedibile in un’opera, l’Odissea, su cui tutti credevano di sapere tutto e «aggiunge un nuovo capitolo alla geografia del Mediterraneo primitivo»: la mitica «terra dei Feaci è realmente esistita e s’identifica con l’isola d’Ischia». La tesi, per quanto sembri balzana agli specialisti, non manca di suscitare curiosità in molti studiosi. Tra questi Ciro Scotti che, continuando a frugare nelle pieghe del testo omerico alla ricerca di altre “prove” da affiancare a quelle esibite da Champault, ci consegna un divertissement erudito e ci fa immaginare un’isola quale doveva (o poteva) essere nei tempi omerici, un’isola, quella dei suoi tempi, già tanto diversa da come la vediamo e la viviamo