Il mio primo amore

Come in un gioco di specchi, al va­gheg­gia­mento romantico e sen­­suale di un giovanissimo se­minarista si oppone il delirio di una ma­­dre.

Vincenzo Padula (Acri 1819-1893), «intellettuale di frontiera», patriota risorgimentale e sacerdote polemico con una Chiesa lontana dal popolo, ma anche «politicamente inaffidabile, "prete maledetto", sprezzante del celibato e dei suoi vincoli, moralmente dubbio, culturalmente troppo complesso per non apparire oscuro», fu uno degli intellettuali più controversi dell’Ottocento. Il mio primo amore, ispirato ai luoghi e all’ambiente della sua giovinezza, è considerato tra i racconti più belli della letteratura italiana.